Corsi di Studio del Dipartimento di Culture, Politica e Società

Gli studenti devono padroneggiare gli istituti di parte generale del diritto penale e le nozioni istituzionali di diritto privato e di famiglia.

Il corso si propone di fornire allo studente un'adeguata conoscenza dei diritti fondamentali della persona che la collettività è tenuta a promuovere in favore dei soggetti in situazione di "debolezza", nonché di chiarire il rapporto tra Amministrazione e Giurisdizione nella tutela di tali diritti, anche attraverso l'analisi delle specifiche competenze degli organi giurisdizionali che intervengono in materia. Il corso permetterà allo studente di cogliere l’importanza pratica delle nozioni teoriche acquisite tramite il costante riferimento alla giurisprudenza.

Lo studente dovrà avere una conoscenza approfondita dei principali istituti di protezione degli adulti “deboli” previsti dal diritto civile e penale. Dovrà inoltre essere in grado di tracciare mappe concettuali e, in particolare, di creare collegamenti tra i due rami del diritto. Dovrà infine saper applicare le conoscenze teoriche acquisite a fattispecie concrete e questioni di diritto che possono sorgere nell’attività dei servizi sociali.

Il corso sarà articolato in due parti: la prima dedicata al diritto penale e la seconda al diritto civile. La prima parte sarà dedicata all’individuazione ed analisi dei principali (e multiformi) indici di “debolezza” rilevanti per l’ordinamento penale (l’età, le condizioni psicofisiche e di salute, il contesto). In questa prospettiva, si esamineranno (alla luce degli insegnamenti giurisprudenziali) taluni reati il cui disvalore è fortemente incentrato sulle peculiarità della vittima (violenza sessuale ai danni di minori e incapaci, pedopornografia minorile, circonvenzione d’incapaci) ed altri contraddistinti dal contesto in cui il comportamento criminoso è realizzato (violazione degli obblighi di assistenza familiare, abuso dei mezzi di correzione, maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli). Autonoma attenzione verrà dedicata alla rilevanza del consenso informato al trattamento terapeutico, quale esempio paradigmatico della tutela accordata al soggetto debole-malato ed al suo diritto alla libera determinazione in ordine alle scelte involgenti la propria salute. Verrà, quindi, approfondita la tematica della minore età nel quadro della disciplina dell’imputabilità, al fine di comprendere in qual modo quest’ultima si declini ed assuma connotazioni individualizzanti rispetto alle specificità dell’età adolescenziale. Taluni cenni, infine, verranno dedicati all’analisi delle peculiarità del processo penale celebrato nei confronti del minore, funzionali al recupero (o non compromissione) delle sue potenzialità di crescita e sviluppo psicofisico, nel rispetto della funzione rieducativa della pena sancita dalla Costituzione e dai principi elaborati in ambito sovranazionale a tutela dei minori. La seconda parte inizierà con una riflessione generale sulla nozione di “debolezza” rilevante per il diritto civile e sui principi che ispirano la protezione delle persone “deboli”. Particolare attenzione sarà dedicata al principio del superiore interesse del minore e all’”interesse” dell’adulto “debole”, con cenni alla nascita del “diritto minorile” e “della protezione degli adulti deboli” e al dilemma dei rapporti tra un approccio paternalistico e la promozione dell’autodeterminazione della persona “debole”. Verranno poi approfonditi i principali istituti di protezione dei minorenni (responsabilità genitoriale, tutela, affidamento familiare, adozione) e degli adulti “deboli” (amministrazione di sostegno, interdizione e inabilitazione), con specifica attenzione alle questioni che i servizi socio-assistenziali territoriali possono affrontare nella loro attività e dunque: il consenso informato e sui trattamenti sanitari sulla persona incapace, gli allontanamenti disposti direttamente ex art. 403 cod. civ. e l’esecuzione degli allontanamenti disposti dall’autorità giudiziaria e, la tutela della relazione tra il minore e il genitore non coabitante, la continuità dei legami nell’affidamento e nell’adozione. Seguiranno infine cenni sull’ordinamento giudiziario civile e sul processo civile in materia familiare e minorile, nonché sui rapporti tra servizi socio assistenziali e autorità giudiziarie in preparazione, durante il processo civile e nell’esecuzione dei provvedimenti giudiziari: segnalazione, potere di ricorso, inchiesta sociale, l’esecuzione forzata dei provvedimenti in materia minorile.

Il manuale di riferimento è A. C. Moro, Manuale di diritto minorile, Zanichelli, ult. ediz. Gli studenti frequentanti possono, ai fini della preparazione dell’esame, limitare lo studio del Manuale alle parti indicate dai docenti all’inizio del corso, dovendo altresì prepararsi sugli appunti e sul materiale didattico integrativo indicato dai docenti a lezione. Gli studenti non frequentanti sono invece tenuti allo studio delle seguenti parti del Manuale: Parte prima (tutta, tranne il cap. 3), Parte II (tutta, tranne i capitoli 5 e 9), Parte III (tutta , tranne i capitoli 12, 13, 14), Parte IV (solo i capitoli 19, paragrafi da 19.1 a 19.3 e 20)